Sala D

 

Sulle sponde di un altro mare (da 95 a 150 milioni di anni fa)

Proseguiamo il nostro viaggio nel tempo, verso la fine dell’Era mesozoica, tra 95 e 65 milioni di anni fa, con una prospettiva finale su un tempo ancora più lontano: circa 150 milioni di anni, quando l’Oceano Ligure era in pieno sviluppo. La sala è dedicata soprattutto a Rocca di Cave e ai suoi fossili.

 

Punto D1

Completiamo le informazioni sulle "piattaforme carbonatiche", partendo dagli studi condotti su una piattaforma attuale, quella delle Isole Bahama, per risalire alla forma e alle caratteristiche di strutture analoghe dell’Appennino, di cui si trovano oggi i resti, sotto forma di rocce e fossili.
Il pannello "Le Bahama dell’Appennino" mostra come la vasta piattaforma delle Bahama, circondata dalla acque profonde dell’Oceano Atlantico, abbia un orlo fatto di scogliere edificate da organismi "costruttori" (coralli, alghe, spugne). In modo analogo, anche lungo i margini delle antiche piattaforme dell’Appennino si svilupparono grandi scogliere e a Rocca di Cave si è conservato un tratto di quelle scogliere, formatesi tra 95 e 65 milioni di anni fa e trasformate per sempre in solide rocce. Rispetto alle scogliere coralline attuali, però, quelle di Rocca di Cave sono state edificate soprattutto da organismi da tempo completamente estinti, le Rudiste. La diafania mostra un esempio, visto dall’alto, del margine di una piattaforma carbonatica di oggi, circondata da acque profonde (blu scuro nella foto).

 

Nel diorama (vetrina bassa) viene presentato un modello in scala della piattaforma carbonatica delle Isole Bahama, con una serie di immagini dei tipi di sedimenti che si stanno formando oggi. A lato del modello, alcuni campioni di rocce provenienti dall’Appennino laziale mostrano l’equivalente di quei sedimenti ormai fossilizzati da milioni di anni.

Punto D2

 

Dopo aver visto come sono fatte le piattaforme carbonatiche, osserviamo ora la scogliera a rudiste di Rocca di Cave, anzi, le scogliere, perché qui si sono conservati fianco a fianco i resti di due scogliere, una più antica, l’altra più giovane. Il punto D2 è dedicato alla scogliera più antica, chiamata "cenomaniana" perché risale all’intervallo di tempo compreso tra 97 e 90 Ma fa, noto come piano cenomaniano.
Nella vetrina sono presentati alcuni tra i fossili più significativi, raccolti nelle rocce su cui è costruito il paese, a partire dai numerosi tipi di rudiste.
Il pannello "La scogliera cenomaniana" (sulla parete di fronte alla vetrina) descrive l’area su cui affiorano i resti della scogliera (fig. 2), l’aspetto che essa aveva e i fossili che ne abitavanoi vari settori in cui si divideva (aree verso il mare aperto, zone riparate, lagune e così via) (fig. 3). Sono descritte in dettaglio le caratteristiche dei due gruppi di rudiste che popolarono la scogliera (Caprinidi e Radiolitidi).

 

Punto D3

Questa seconda vetrina (vicino all’ingresso) raccoglie alcuni esempi delle associazioni fossili che hanno dato origine alla scogliera più giovane, chiamata "turoniano-senoniana" perché risale all’intervallo di tempo compreso tra 90 e 65 milioni di anni. Tra le forme più significative compaiono nuovi tipi di rudiste, le Ippuriti, accompagnate da alcuni tipi di caprine e radiolitidi, da corall
i e da vari gasteropodi.
Il pannello "La scogliera turoniana e senoniana" (temporaneamente collocato nella Sala E) mostra la successione di strati e banchi attraverso la quale si è edificata nel tempo la nuova scogliera, spostata a oriente della precedente; le ricostruzioni degli ambienti di deposizione delle nuove rocce, che mettono in evidenza il progressivo ritirarsi della scogliera verso Est; la forma e la struttura delle Ippuritidi, insieme con un quadro che riassume le linee dell’evoluzione nel tempo dei diversi gruppi di rudiste.

Punto D4

In fondo alla sala, un globo introduce all’ultimo tratto del nostro percorso a ritroso nel tempo (che prosegue nella Sala D): è la ricostruzione dell’aspetto del nostro pianeta come era 145 milioni di anni fa, quando l’Oceano Ligure si era da poco formato ed era in piena espansione. Come si può vedere, si stava aprendo nello stesso tempo anche l’Oceano Atlantico centrale e si era realizzato, in pratica, un lungo corridoio marino che collegava l’ampio golfo dell’antica Tetide all’Oceano Pacifico e che separava i due grandi continenti Laurasia (a Nord) e Gondwana (a Sud). Le sponde nord-occidentali dell’Oceano Ligure corrispondevano ai terreni, molto antichi, dell’attuale Europa centrale e lungo esse si andavano accumulando i sedimenti che diventeranno le rocce delle future Alpi. Le sponde sud-orientali corrispondevano, invece, al bordo del piccolo continente Adria, in gran parte coperto da mari poco profondi, lungo il quale si andavano accumulando le rocce del futuro Appennino, tra le quali anche i calcari di alcune grandi piattaforme carbonatiche. Lungo il margine di una di queste piattaforme si sono sviluppate, 60 milioni di anni più tardi, le scogliere di Rocca di Cave.

 

   Sala C           Sala E