Conferenza 2 dicembre

Conferenza 02/12  ore h18.30-20 presso la sede sociale del C.C.C.D.S.-Hipparcos  APS

Via Nomentana 175 (angolo v.le Regina Margherita)

 

Presentazione del ciclo “Roma tra Terra e cielo: percorsi di Arte e Scienza nella nostra città””

 

La grande meridiana di Augusto in Roma, e la misura del tempo nel mondo antico

 

Le prime osservazioni dell'Umanità verso la volta celeste, sono state rivolte alla Luna. Numerosi reperti paletnografici, fino dal Paleolitico superiore, sono stati interpretati come primitivi calendari lunari. Dal VI millennio A.C., e probabilmente anche precedentemente, si diffusero le prime imponenti realizzazioni architettoniche della cosiddetta cultura megalitica. Popolazioni sparse in una vasta area, dall'Europa settentrionale all'Africa settentrionale, hanno lasciato testimonianze archeologiche, quali cerchi di pietre, menhir, dollmen. Sicuramente alcune di queste opere, come per esempio, Stonehenge in Inghilterra (III millennio AC), Carnac nella Bretagna (VI millennio A.C avevano precisi orientamenti astronomici, rivolti a seguire nel corso dell'anno i movimenti del Sole, della Luna e di stelle notevoli, e forse a predire il prodigioso fenomeno delle eclissi.

Questa lunghissima sequenza di opere e acquisizioni sui moti dei luminari e delle stelle, furono principalmente rivolte a realizzare i primi calendari, per scandire le attività agricole, economiche, civili e religiose delle civiltà preclassiche.

Nel mondo greco romano, la misura del tempo raggiunse elevati livelli di precisione scientifica, che si concretizzarono in una nuova scienza chiamata Gnomonica. Si diffusero in tutti i centri abitati del mondo classico, le meridiane, strumenti solari, la cui lettura permetteva di conoscere le ore diurne ma anche il calendario mensile, con dimensioni  ampiamente variabili. Alcune meridiane da viaggio erano grandi come i nostri orologi da polso.

A Roma dall’età tardo repubblicana, si diffusero meridiane di tutte le tipologie e dimensioni. Al Campo Marzio, che in epoca augustea (31 A.C.-17 D.C.) subì importanti modifiche urbanistiche, per celebrare la nuova era del principato, nel 10 A.C., fu realizzata la grande meridiana chiamata “l’Orologio di Augusto”, la più grande del mondo antico. Fu costruita con una piattaforma in travertino, di circa 90x400 metri di ampiezza, con una linea meridiana in bronzo lunga oltre 72 metri con le linee orarie e le ellissi mensili. Ai quattro angoli della gigantesca struttura erano riportate iscrizioni e raffigurazioni sulle stagioni e i venti dominanti. Per gnomone fu usato l’obelisco di Psammetico II, oggi in piazza Montecitorio, alto con la base 29,30 metri (cento piedi romani). Simboli astronomici e iscrizioni (in greco) attestano, che era uno strumento di notevole precisione scientifica, probabilmente usato per verificare la validità della riforma calendariale, introdotta da Giulio Cesare nel 45 A.C.. I resti di questa imponente struttura sono stati ritrovati nel 1978, dall’archeologo Edmund Buchner, a circa 8 metri di profondità in via di Campo Marzio.